Se per voi viaggiare significa in primo luogo scoprire culture lontane ed entrare in contatto con la gente del posto, oggi voglio darvi qualche consiglio tratto dall’ultima edizione dei “Best in Travel 2021”, i prestigiosi riconoscimenti assegnati da Lonely Planet, che quest’anno ha istituito la categoria “Comunità” dedicata proprio alle realtà che hanno saputo valorizzare e promuovere l’identità culturale locale, apportando evidenti e significativi benefici alle popolazioni del territorio.
Soggiornare nelle abitazioni locali insieme ai loro legittimi proprietari, per vivere in prima persona le tradizioni dei villaggi rurali dell’entroterra: è la proposta dell’ente del turismo del Kazakistan, al lavoro per sensibilizzare i tour operator stranieri verso questa innovativa formula di accoglienza. Per raggiungere tale obiettivo, l’ente si occupa anche di promuovere la formazione delle popolazioni locali, affinché siano preparate ad accogliere gli stranieri, e collabora alla riqualificazione delle loro yurte, spesso modeste, per renderle più confortevoli tanto per i turisti quanto per i loro stessi abitanti.
Dall’altra parte del mondo, Lonely Planet dedica il riconoscimento “Comunità” alla città colombiana di Medellin, oggetto di una importante attività di riqualificazione urbana che l’ha completamente trasformata, grazie al recupero di spazi, ai finanziamenti dedicati alle aree più povere e al potenziamento del trasporto pubblico per collegare i barrios al centro. Nel corso di una generazione, la città alle pendici delle Ande è passata da essere una delle località più pericolose del mondo ad esempio di avanguardia culturale, ricca di stimoli e di proposte artistiche.
Nella lista dei riconoscimenti rientrano anche l’Australia che, attraverso i tanti progetti promossi dal governo e dalle comunità locali, sta cercando di riportare agli antichi splendori il suo patrimonio naturale, profondamente colpito dagli incendi degli ultimi anni, e le Isole Far Oer per la straordinaria e calorosa accoglienza della comunità locale. Ogni anno ad aprile le isole ospitano 100 “volonturisti” che collaborano con la gente del posto nella manutenzione degli itinerari escursionistici.
Da segnalare anche una serie di progetti culturali che prevedono il coinvolgimento delle fasce più svantaggiate o marginali della popolazione in attività di accoglienza turistica. Un esempio è Invisible Cities, un’iniziativa sviluppata nel Regno Unito che offre a persone che hanno attraversato l’esperienza di essere senza casa la possibilità di diventare guide turistiche nella propria città: un modo per scoprire gli angoli più nascosti e segreti della metropoli, dalla prospettiva davvero unica di persone che un tempo hanno vissuto per strada.
Refugee Voices Tours propone invece visite guidate a piedi nelle principali città europee condotte da rifugiati provenienti da Siria, Eritrea ed Iraq. Tra i vari tour, vi segnalo quello a Berlino di Heasham Moadamani, fuggito dalla guerra civile siriana, che, sulla base della sua esperienza personale, mette a confronto l’attuale conflitto in Siria con la storia dell’immigrazione in Germania.
In Etiopia, invece, Tesfa Tours offre percorsi di trekking davvero unici, accompagnati dagli abitanti del posto, che guidano i viaggiatori attraverso i sensazionali paesaggi dell’Etiopia. Verrete ospitati direttamente nei villaggi locali e l’80% dei profitti di ogni trekking sarà destinato alle comunità del territorio.
Nella verde Irlanda, Lonely Planet segnala il “Burren EcoTourism Network”, un progetto fondato nel 2011 che oggi riunisce circa una settantina di imprese locali impegnate a promuovere la regione attraverso il turismo responsabile: grazie a queste attività, 3 destinazioni locali (Loop Head, il sito monastico di Scattery Island e il Burred Food Trail) sono state nominate “Destinazioni Europee di Eccellenza” per la promozione di pratiche sostenibili.
Rientra nella categoria anche il blog “Girl in Florence”, a cura di Georgette Jupe, texana trasferita quasi per caso a Firenze, che propone nei suoi post una visione inedita della città, nella quale i grandi classici, come gli Uffizi e la Galleria dell’Accademia, si fondono agli scorci raccontati dagli artisti e dagli artigiani del posto, ai sapori dei ristoranti di quartiere e a mete imperdibili per i fiorentini DOC, come San Miniato al Monte.
Lonely Planet segnala, infine, il Footprint Cafés di Siem Reap in Cambogia: al piano terra ospita un ristorante per turisti che serve una gustosa cucina khmer a km zero, promuovendo i produttori locali, mentre al primo piano offre un moderno spazio di coworking disponibile gratuitamente o a prezzi scontati per le start-up locali.
Come sempre, vi ricordo, prima di mettervi in viaggio, di sottoscrivere una polizza assicurativa Holins. Le nostre coperture, non dimenticatelo, intervengono anche nel caso in cui dovessero sorgere problematiche relative alla pandemia.
ARTURO
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